Qual'è il problema? | Novembre 2019
Quando ci sediamo è importante non aspettarci niente di particolare, non cercare nulla di speciale, ma imparare a donarci, totalmente, a ciò che c'è. Senza alcuna resistenza, perché il silenzio e la tranquillità sono già qui.
Il silenzio, la tranquillità, la pace, la pienezza che desideriamo sono già qui , ma se cerchiamo “qualcosa”, non possiamo toccarli. Se siamo troppo occupati da quel che ci racconta la mente, non possiamo sentirli. Anche se lottiamo contro ciò che c’è, non possiamo sentire la pace e il silenzio. La vera sfida per l’ego è osservare solamente ciò che c’è, senza creare divisioni o reazioni. Il mentale, l’ego, ha sempre un progetto, sempre qualcosa da raggiungere, sempre un successo da ottenere. C’è sempre l’idea che ci manchi qualcosa per essere nella gioia, nella tranquillità, nella pace. In realtà non manca mai nulla. Solo che non riusciamo a donarci con vera autenticità e coinvolgimento a ciò che c’è. Vogliamo sempre altro rispetto a ciò che c’è. Questo è il problema più grande dell’essere umano: volere altro rispetto al reale. Certo, quando ci sediamo così, può essere che per prima cosa si incontrino la nostra resistenza, la nostra agitazione, la nostra tensione. Allora è importante non entrare nella credenza che tutto questo impedisca qualcosa, che sia un problema da risolvere. Invece è la realtà e dobbiamo solo entrare in un contatto più profondo con questa realtà, con semplicità. Smettere di separare, di dire: “Ci sono io e c’è “qualcosa” da un’altra parte”. E' importante essere un tutt’uno con questo “qualcosa”. E' necessario che la credenza che ci sia un problema lasci il posto al desiderio di entrare più profondamente in intimità con quel che c'è. Un maestro zen ha definito lo stato di risveglio come un'intimità profonda con tutte le cose, una totale assenza di resistenza, un fare corpo unico con ciò che c’è. Se però ho già idea di come tutto questo dovrebbe essere, allora diventa difficile. Questa mattina vi lancio una sfida: lasciate da parte tutti i vostri progetti e le opinioni, tutte le idee che avete ed entrate profondamente nel momento presente. Faremo anche delle esplorazioni fisiche, delle pratiche con il corpo. Quello che è veramente importante non è l’aspetto esteriore delle posture, ma il sentire profondamente quello che ci succede dentro. Tutto quello che accade: come reagiamo, tutto quello che vuole andare oltre, tutto ciò che emerge. Allora ci mettiamo in ascolto della sensazione, del corpo intero, senza il bisogno di raggiungere nulla. In questo momento, come si presenta la sensazione del corpo? Non è un ricordo, non è qualcosa che sapete. Ascoltate la sensazione in diretta. E' la sensazione che parla, non la mente. Si tratta di rendersi disponibili, aprire tutte le antenne per ricevere le informazioni della sensazione. La sensazione globale del corpo, come si presenta? C’è una sensazione di calore, di freddo, di densità, di leggerezza? Scopritelo.
Bologna, Italia, novembre 2019
Il silenzio, la tranquillità, la pace, la pienezza che desideriamo sono già qui , ma se cerchiamo “qualcosa”, non possiamo toccarli. Se siamo troppo occupati da quel che ci racconta la mente, non possiamo sentirli. Anche se lottiamo contro ciò che c’è, non possiamo sentire la pace e il silenzio. La vera sfida per l’ego è osservare solamente ciò che c’è, senza creare divisioni o reazioni. Il mentale, l’ego, ha sempre un progetto, sempre qualcosa da raggiungere, sempre un successo da ottenere. C’è sempre l’idea che ci manchi qualcosa per essere nella gioia, nella tranquillità, nella pace. In realtà non manca mai nulla. Solo che non riusciamo a donarci con vera autenticità e coinvolgimento a ciò che c’è. Vogliamo sempre altro rispetto a ciò che c’è. Questo è il problema più grande dell’essere umano: volere altro rispetto al reale. Certo, quando ci sediamo così, può essere che per prima cosa si incontrino la nostra resistenza, la nostra agitazione, la nostra tensione. Allora è importante non entrare nella credenza che tutto questo impedisca qualcosa, che sia un problema da risolvere. Invece è la realtà e dobbiamo solo entrare in un contatto più profondo con questa realtà, con semplicità. Smettere di separare, di dire: “Ci sono io e c’è “qualcosa” da un’altra parte”. E' importante essere un tutt’uno con questo “qualcosa”. E' necessario che la credenza che ci sia un problema lasci il posto al desiderio di entrare più profondamente in intimità con quel che c'è. Un maestro zen ha definito lo stato di risveglio come un'intimità profonda con tutte le cose, una totale assenza di resistenza, un fare corpo unico con ciò che c’è. Se però ho già idea di come tutto questo dovrebbe essere, allora diventa difficile. Questa mattina vi lancio una sfida: lasciate da parte tutti i vostri progetti e le opinioni, tutte le idee che avete ed entrate profondamente nel momento presente. Faremo anche delle esplorazioni fisiche, delle pratiche con il corpo. Quello che è veramente importante non è l’aspetto esteriore delle posture, ma il sentire profondamente quello che ci succede dentro. Tutto quello che accade: come reagiamo, tutto quello che vuole andare oltre, tutto ciò che emerge. Allora ci mettiamo in ascolto della sensazione, del corpo intero, senza il bisogno di raggiungere nulla. In questo momento, come si presenta la sensazione del corpo? Non è un ricordo, non è qualcosa che sapete. Ascoltate la sensazione in diretta. E' la sensazione che parla, non la mente. Si tratta di rendersi disponibili, aprire tutte le antenne per ricevere le informazioni della sensazione. La sensazione globale del corpo, come si presenta? C’è una sensazione di calore, di freddo, di densità, di leggerezza? Scopritelo.
Bologna, Italia, novembre 2019